Sensei Vitaly Safronov

Karate | Judo

La Storia

Nel 1977 ha iniziato a praticare Karate Do, e nel 1974 durante il servizio militare – judo.

Specializzato in sambo (sport da combattimento, che rappresentano la lotta libera). Nel suo paese, il maestro Vitaly Safronov è un grande esperto nel campo delle arti marziali. Il suo dojo si trova nella città di Serpukhov ed è noto a tutti gli esperti e ammiratori di queste discipline. Voi saprete sicuramente bene che il mio paese, una volta chiamato ussr o unione sovietica, ha sempre adottato un atteggiamento di grande chiusura e protezionismo verso le culture straniere. Era impossibile praticare qualunque tipo di arte marziale senza avere il permesso del partito comunista. Il judo,il karate’,lo yoga,la boxe e persino il calcio femminile erano banditi dal partito, esattamente come la moda dei capelli lunghi per i giovanotti e la minigonna per le ragazze. Era così difficile anche solo sentire parlare di judo. il judo era proibito e venne praticata una forma di lotta similare chiamata inizialmente “free-style wrestling ” e poi ” sanbo”, quando giappone e ussr divennero ufficialmente nemici di guerra nel 1938. il sanbo non era di certo una pratica adatta a tutti, tantomeno ai bambini. era una disciplina per i militari.  Quando il judo invece divenne una pratica olimpica, i praticanti di sanbo cominciarono a partecipare alle competizioni internazionali di judo e ai campionati europei. nel marzo del 1964 si tennero a mosca i campionati preolimpionici di judo e alcuni incontri furono trasmessi anche in tv. Il team giapponese aveva selezionato i propri atleti migliori e i loro nomi diventarono leggendari: nakatani,okano, inokuma e kaminaga. Tutti loro ,escluso kaminaga, vinsero poi le olimpiadi. il nostro migliore atleta russo ( ai tempi campione europeo) fu sconfitto e per tutti noi fu un grande shock. eravamo convinti del fatto che il sanbo (nome del judo russo) fosse non solo il miglior metodo di difesa personale, ma anche il miglior sistema di wrestling sportivo al mondo. potrete meglio constatare con i vostri occhi alcune immagini internet di questi grandi atleti giapponesi, in azione alle successive olimpiadi di tokyo.  proprio ieri, 20 aprile 2014, si è tenuto a mosca il campionato di judo maschile e femminile dedicato agli atleti sordomuti. la nostra stella alyona mizinova ha vinto la medaglia d’oro. Lei è’ una persona così speciale che mi arricchisce continuamente di ispirazione e ambizione nell’insegnamento del judo.

Quali sono state le sue sensazioni la prima volta che e’ entrato in un dojo?
Ti raccontero’ qualcosa a proposito del dojo e delle mie sensazioni. In verità, prima dell’anno 1974, non avevo nemmeno mai sentito pronunciarela parola dojo. alcuni praticanti di sanbo sfogliarono alcune pagine dei primi libri sul judo e trovarono questa definizione per la prima volta: dojo = “luogo in cui si studia la via”. Probabilmente questo testo risaliva al 1963, perche’ come ti ho gia’ detto, il judo fu bandito nel 1938 quando russia e giappone divennero nemici di guerra. Il judo infatti fece il suo ingresso ufficiale in russia nel 1972 perche’ divenne una disciplina olimpica. nel 1974 ebbi la fortuna di vedere dal vivo alcuni grandissimi maestri di judo che appertenevano al team dell’universita’ di tokay e si batterono contro il nostro team dell’ universita’ di mosca. i giapponesi vinsero 12 a 0 e fu in quella splendida occasione che vidi nobuyuki sato, il giovane yamashita yasuhiro e il suo famoso nonno. in quell’emozionante occasione ebbi la possibilita’ di parlare con isao inokuma e sono rimasto davvero colpito e
affascinato. in quel momento preciso e per la prima volta nella mia vita ho capito che anche se mi fossi allenato per tutta la vita nella pratica del karate, sarei rimasto sempre inerme difronte a tali esperti di judo. Ho scelto quindi di studiare legge presso l’università di mosca per rimanere nella capitale. la ragione principale della mia scelta era vivere a mosca per continuare a studiare il karate da qualche parte, in qualche dojo per l’appunto! Il primo dojo, nel vero senso del termine, lo trovai nel 1976 quando andammo a visitare la famosa scuola di karate del cosiddetto “padre del karate russo” aleksei shturmin. prima di questo preciso momento riconosco che non avevamo prestato attenzione ad altri valori, ma essenzialmente alla tecnica. praticavamo il karate, la boxe, il sanbo e in qualsiasi luogo: foreste, campi, classi di scuola, palestre e cosi via. non praticavamo seguendo la via “do”, eravamo solo focalizzati sulla tecnica. In gran parte questo e’ accaduto perche’ la psicologia e la cultura dello sport e le varie ideologie ad esso connesse, erano ben circorscritte e limitate dal partito
comunista. anche il karate fu bandito nel 1981 dagli ufficali del partito comunista e questo sempre per problemi di diversita’ culturale.

Quali maestri ricorda con maggior affetto e riconoscenza?
Per la mia gioia ci sono diversi grandi meastri di judo nel mondo e sembrano essere non solo dei grandi tecnici,ma anche delle magnifiche persone. e’ molto difficile per me nominare il mio
preferito. ammiro moltoinokuma isao, sato nobuyuki, kashiwazaki katsuhiko, moriwaki yasuhiko,katstuki kiyoto,yamashita yasuhiro, fujii shozo,kawahara tsukioi,sato tadashi, kawashima kazumi per quanto riguarda il giappone. Vladimir Nevzorov Solodukhin Nikolai Bogolyubov Aron Varayev Bashir per quanto riguarda la Russia, i quali non spiegarono solo le peculiarità tecniche del judo, ma anche la buona condotta all’interno e all’esterno del dojo. posso dire che questi nomi rimarranno per sempre nella mia mente. probabilmente dovrei usare un particolare ideogramma giapponese in cui si esprime gratitudine con il cuore e con la mente.le persone a me più vicine sono state: Vyazmin Vadim, Makarov Nikolai, Sukhov Nicolai e certamente Hisataka Masayuki (6° dan nel judo e uno dei migliori atleti giapponesi degli anni 60′. Hisataka insegnò anche il karate agli esperti di judo akodokan. la prima domanda che gli feci fu la seguente: ”dal momento in cui ci sono due principi molto importanti nel judo come 1) Seiryoku Zenyo e 2) Jita Kyoei, che significano massima efficienza e perseguire il bene comune, a quali principi si ispira la sua scuola?” Lui rispose: ”anziche’ seiryoku zenyo (massima efficienza) noi ci ispiriamo al concetto di bambutsu katsuyo zenyo”, cioè: “non il miglior utilizzo dell’energia e basta,ma il miglior utilizzo di ogni cosa”, affinché si persegua il bene per ogni cosa. 

Qual è il tratto distintivo del judo rispetto alle altre arti marziali?
Il judo merita di essere studiato e ammirato, è molto utile dal punto di vista pratico, bello nella performance ed estremamente utile nei momenti critici. in verità quando ero praticante di boxe e karate ero un po’ più aggressivo e senza alcun motivo. Il judo mi ha aiutato a diventare più tollerante e devo ammettere che molta gente non ha appreso molto e si e’ limitata ai calci e ai pugni. quando volano a causa di una proiezione in aria o rimangono
bloccati da una presa,pensano che tali tecniche non possano avere efficacia marziale e di trovare una via d’uscita. pensano che la scazzottata sia molto piu’ efficace per sottomettere
l’avversario,ma io personalmente non amo colpire nessuno. Sin da quando ero bambino ho sempre preferito le tecniche di sanbo rispetto ai pugni della boxe per le nostre scazzottate tra giovani. Se ho la possibilità di usare una proiezione o le mie spazzate preferite, per poi atterrare l’avversario e bloccarlo in maniera definitiva, lo preferisco. questo chiaramente non funzionerebbe in presenza di più avversari, ma il judo, il sanbo e il wrestling sono
nati come difesa personale, non allo lo scopo di diventare le arti marziali piu’ efficaci, o meglio non in maniera assoluta. tuttavia attraverso la pratica del judo ciscuno conosce la propria forza, che cosa puo’ fare e cosa non, conosce i propri limiti. non esiste l’illusione nel judo. Non voglio infatti dire che il karate o le altre arti marziali siano aggressive, perché non lo penso e voglio riportare un detto della scuola di hisataka:”katsujin ken” cio’ che
viene prima e’ il creatore della vita, non il distruttore”. Katsujin ken e’ un principio originario della storia leggendaria delle spade di Muromasa e Masamune. In Italia avete dei grandissimi maestri di judo e la guida della nazionale russa è proprio il maestro Ezio Gamba, è bravissimo. Credo che attraverso lo studio del karate do e del judo, sia più facile trovare il dialogo per uno scambio reciproco di strategie e visioni.